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Dopo aver esplorato l’interno della nostra stalla e la suddivisione della mandria nel post precedente, scopriamo le origini storiche e qualche curiosità delle nostre amiche!

La razza Frisona venne introdotta in
Italia nella seconda metà del 1800 in particolar modo nella zona della Pianura
Padana dove trovò il suo massimo adattamento. Da quel momento si diffuse in
tutta Italia, a oggi si contano circa 3 milioni di capi registrati nella nostra
penisola.
Fonti storiche citano che l’antica
provenienza di questa razza sia l’Asia centrale e che successivamente sia
diventato il bovino prediletto delle antiche tribù dei Batavi in Olanda circa
2000 anni fa.
La Frisona italiana deriva dalla razza
olandese e Nord americana (definita Holstein) il cui capostite dell’intera
razza fu il toro Carnation Producer. A oggi la Frisona nazionale è una
popolazione eterogenea, derivata da processi di selezione differenziata nelle
varie regioni.
Il peso di un maschio adulto è di circa
900-1300 kg mentre quello delle femmine è di 600-750 kg. La lunghezza media
della gestazione è di circa 287 giorni. I vitelli alla nascita pesano circa 40
kg e risultano essere già vitali e pimpanti poco dopo il parto!
Si tratta di un animale straordinario,
docile, generoso, ma anche vivace e vitale, abituato alla presenza degli uomini
e estremamente versatile in diverse condizioni e temperature.
La
selezione genetica e la scelta dei tori per la fecondazione artificiale ,è uno
dei principali lavori dell’allevatore, attento a scegliere gli incroci genomici
più adatti per permettere alla propria mandria di trasmettere alla progenie
caratteristiche genetiche importanti quali i piedi, la mammella e i valori di
caseina importante per la riuscita di un buona resa di formaggio.
Dal compimento del diciottesimo mese di
età, ogni vacca appartenente a una stalla iscritta al Libro Genealogico viene
“punteggiata” da un addetto: viene cioè realizzata una valutazione morfologica
basata su diverse caratteristiche il cui obbiettivo è l’attribuzione a ogni
animale di un valore fenotipico per la sua conformazione, al fine di valutare
nel miglior modo possibile la genetica dei riproduttori (tori). Inoltre la
punteggiatura occorre per determinare anche il valore economico di un
animale.
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