giovedì 18 gennaio 2018

La Frisona







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Dopo aver esplorato l’interno della nostra stalla e la suddivisione della mandria nel post precedente, scopriamo le origini storiche e qualche curiosità delle nostre amiche!
La mucca Frisona si distingue facilmente dalla pezzata rossa o dalla vacca bruna per il suo caratteristico manto bianco e nero, il cui nome deriva da una regione dell’Olanda, la Frisia.
La razza Frisona venne introdotta in Italia nella seconda metà del 1800 in particolar modo nella zona della Pianura Padana dove trovò il suo massimo adattamento. Da quel momento si diffuse in tutta Italia, a oggi si contano circa 3 milioni di capi registrati nella nostra penisola.
Fonti storiche citano che l’antica provenienza di questa razza sia l’Asia centrale e che successivamente sia diventato il bovino prediletto delle antiche tribù dei Batavi in Olanda circa 2000 anni fa.
La Frisona italiana deriva dalla razza olandese e Nord americana (definita Holstein) il cui capostite dell’intera razza fu il toro Carnation Producer. A oggi la Frisona nazionale è una popolazione eterogenea, derivata da processi di selezione differenziata nelle varie regioni.
Il peso di un maschio adulto è di circa 900-1300 kg mentre quello delle femmine è di 600-750 kg. La lunghezza media della gestazione è di circa 287 giorni. I vitelli alla nascita pesano circa 40 kg e risultano essere già vitali e pimpanti poco dopo il parto!
Si tratta di un animale straordinario, docile, generoso, ma anche vivace e vitale, abituato alla presenza degli uomini e estremamente versatile in diverse condizioni e temperature.
 La selezione genetica e la scelta dei tori per la fecondazione artificiale ,è uno dei principali lavori dell’allevatore, attento a scegliere gli incroci genomici più adatti per permettere alla propria mandria di trasmettere alla progenie caratteristiche genetiche importanti quali i piedi, la mammella e i valori di caseina importante per la riuscita di un buona resa di formaggio.


La Frisona "ideale" 😁👌

Dal compimento del diciottesimo mese di età, ogni vacca appartenente a una stalla iscritta al Libro Genealogico viene “punteggiata” da un addetto: viene cioè realizzata una valutazione morfologica basata su diverse caratteristiche il cui obbiettivo è l’attribuzione a ogni animale di un valore fenotipico per la sua conformazione, al fine di valutare nel miglior modo possibile la genetica dei riproduttori (tori). Inoltre la punteggiatura occorre per determinare anche il valore economico di un 
animale. 


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